13/2/2010

Egiziano ucciso, rivolta a Milano

Nordafricani contro sudamericani

Almeno un centinaio di stranieri ha dato vita a Milano a una rivolta, nella zona periferica di via Padova, dopo l'omicidio di un giovane egiziano da parte di sudamericani. Gruppi di nordafricani hanno spaccato auto e danneggiato negozi prevalentemente gestiti da sudamericani. I gruppi di nordafricani infuriati hanno aggredito anche alcune persone, in particolare di etnia latino-americana.

(Ansa)

E' stata una serata di rivolta interetnica quella avvenuta a Milano, dove in via Padova, una delle "casbah" cittadine, la comunità nordafricana ha dato vita a disordine e aggressioni dopo l'uccisione del giovane egiziano accoltellato da alcuni sudamericani. La lunga arteria stradale sembrava quasi il teatro di una guerriglia, auto ribaltate, vetrine sfondate, motorini rovesciati e gruppi di nordafricani che a 20-30 si muovevano nelle vie laterali a caccia di peruviani ed ecuadoriani. 

La polizia è riuscita con difficoltà a contenere la situazione, proprio perché, dopo l'esplosione della rabbia questi gruppetti di facinorosi hanno continuato a imperversare con un mordi e fuggi di continui danneggiamenti. Secondo la ricostruzione della questura l'episodio che ha dato vita alla rivolta è avvenuto alle 17.40. Un gruppo di latinos e tre amici, due egiziani e un ivoriano, che si trovavano tutti sullo stesso autobus in via Padova, hanno cominciato a sfottersi e minacciarsi. Appena i tre nordafricani sono scesi dal mezzo il gruppo di sudamericani li ha seguiti e raggiunti accoltellando uno di loro, Hamed Mamoud El Fayed Adou di 19 anni, che è morto sul posto nonostante i tentativi dei soccorritori di rianimarlo. Ferito uno dei suoi due amici, L.K. ivoriano di 21 anni, ma per fortuna solo lievemente ad un braccio. Il terzo, cugino della vittima, è riuscito invece a scappare ed è illeso. 

I due sono stati poi accompagnati in Questura dove sono stati sentiti a lungo dalla Squadra Mobile confermando questa versione dei fatti. Al momento pare che gli investigatori cerchino cinque giovani sudamericani a cavallo dei 20 anni. Non era passata nemmeno mezz'ora dalla morte del giovane egiziano quando, partendo proprio dal punto dove era caduto sotto le lame dei suoi aggressori, è scoppiata la rabbia dei suoi connazionali e amici. Un centinaio di loro, che presidiava il luogo dove si trovava il cadavere, hanno cominciato a fronteggiare la polizia che nel frattempo si era schierata per impedire passaggi in direzione del centro, ma ad un certo punto, come se si fossero improvvisamente organizzati, gli arabi hanno fatto dietro front, si sono infilati in una via laterale e hanno cominciato a spaccare tutto quello che trovavano sulla loro strada di fatto girando dietro via Padova e sbucando di nuovo sulla strada principale dopo lo schieramento di polizia. Anche lì poi, fino alla centrale piazza Loreto, hanno scatenato la loro ira sui negozi sudamericani e sulle auto parcheggiate. 

"A me hanno rotto solo una panca - racconta la titolare italiana di un bar - ma qui adesso c'è un clima di odio razziale e temo per quello che potrà accadere nei prossimi giorni". Al momento non ci sono fermi di polizia, anche se intorno alle 22.00, un folto gruppo di nordafricani sbucato improvvisamente da una via è stato circondato dalle forze dell'ordine, che li ha perquisiti prima di accompagnarli a gruppi in Questura e anche a bordo di un autobus dell'Atm. E mentre due giovani arabi camminando sul marciapiede facevano un inequivocabile gesto minacciando di tagliare la gola ad un gruppo di giovani latino americani, nel punto in cui è morto il giovane egiziano i suoi amici bruciavano il sangue ancora sul posto dopo avergli gettato sopra dell'alcol al grido di "vendetta, vendetta". 

Quasi di fronte a loro, dentro un locale affollato da giovani italiani, tutto scorreva nella massima tranquillità tra drink e happy hour.


Anno giudiziario,protesta delle toghe

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Magistrati fuori dall'aula in quasi tutte le Corti d'Appello quando ha parlato il rappresentante del governo per inaugurare l'anno giudiziario

Alfano risponde all'Anm dall'Aquila, dove non è andata in scena la protesta dei magistrati annunciata in tutte le Corti d'Appello per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Quando le obiezioni si sposano ai riconoscimenti appaiono più credibili, quando sono cieche sono meno credibili". Il vicepresidente del Csm Mancino a Firenze: "Normalizzare il rapporto fra politica e giustizia". Anm: "Protesta per dimostrare un disagio" linkAlfano in Cassazione: "Le leggi le fa il Parlamento"

 

 


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